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Il Corano e la Scienza Moderna

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Message par Frere Nadhir Mar 14 Nov - 0:23




Il Corano e la Scienza Moderna

del Dott. Maurice Bucaille

Il Dr. Maurice Bucaille è un eminente scienziato francese, autore di "La Bibbia, Il Corano e la Scienza", nel quale analizza il contenuto del Corano e della Bibbia alla luce delle piu' recenti scoperte scientifiche. Colpito dai versi del Corano in cui si predice che la salma di un Faraone egizio sara' preservata da Dio come segno per i posteri, il dottor Bucaille inizio' a studiare approfonditamente il Corano e le sue affermazioni da un punto di vista analitico e scientifico.

L'articolo seguente, basato su una conferenza tenuta dal dottor Bucaille sul Corano e la scienza moderna presso l'Istituto Commonwealth di Londra, È di estremo interesse per conoscere cio' che l'Islam ha da dire sui quesiti piu' importanti della vita e della scienza.



È NECESSARIA UNA CONOSCENZA ENCICLOPEDICA PER CAPIRE IL CORANO

Per molti secoli, l'uomo non è stato in grado di studiare molti dati, poichè non possedeva sufficienti mezzi scientifici. È solo oggi che numerosi versi del Corano riguardanti dei fenomeni naturali sono diventati pienamente comprensibili. Dovrei persino arrivare a dire che oggi non è sempre facile per lo scienziato medio capire tutto quel che legge nel Corano a proposito di certi argomenti, senza dover fare ricorso a ricerche specializzate. Il che significa che, per capire tutti questi versi del Corano, a ciascuno oggi viene richiesto di avere una conoscenza assolutamente enciclopedica e cioè deve abbracciare numerosissime discipline.

Quando uso la parola 'scienza', intendo dire conoscenza profondamente stabilita. In pratica io intendo occuparmi esclusivamente di paragoni tra le affermazioni del Corano e la conoscenza che è assai improbabile venga nuovamente messa in discussione. Dovunque io introduca fatti scientifici che non siano già al 100% stabiliti, lo metterò in chiaro, naturalmente. Ci sono anche alcuni assai rari esempi di affermazioni nel Corano che finora non sono state confermate dalla scienza moderna: mi riferirò ad esse evidenziando che tutte le prove disponibili portano gli scienziati a considerarle altamente probabili.

Queste considerazioni scientifiche non dovrebbero, comunque, farci dimenticare che il Corano rimane un libro par excellence religioso e che naturalmente non ci si può aspettare che abbia un intento esclusivamente scientifico. Ogni volta che l'uomo è invitato a riflettere sulle opere della Creazione e sui numerosi fenomeni naturali che può osservare ha l'ovvia intenzione di sottolineare la Divina Onnipotenza. Il fatto che, in queste riflessioni, possiamo trovare allusioni ai dati connessi con la conoscenza scientifica, è sicuramente un altro dei doni di Dio il cui valore deve essere esaltato in un'epoca in cui l'ateismo scientifico basato sulla scienza cerca di prendere il controllo a spese del credere in Dio.

Nel corso delle mie ricerche ho costantemente cercato di rimanere totalmente obiettivo. Devo riconoscere che non fu certamente una fede nell'Islam che all'inizio guidò i miei passi, ma semplicemente la ricerca della verità. Così è come la vedo oggi. Sono stati soprattutto i fatti che, mi hanno portato a riconoscere nel Corano un testo rivelato ad un Profeta.

Esamineremo nel Corano affermazioni che oggi appaiono come testimonianze della verità scientifica, ma che gli uomini dei tempi passati erano in grado di afferrare solo superficialmente. Com'è possibile immaginare che, se vi fossero state delle alterazioni successive dei testi, questi oscuri passaggi sparsi per tutto il testo del Corano potessero sottrarsi alla manipolazione umana? La più lieve alterazione ai testi avrebbe automaticamente distrutto la notevole coerenza che è loro caratteristica, e ci avrebbe impedito di stabilire la loro conformità con la moderna conoscenza. La presenza di queste asserzioni sparse per tutto il Corano appare all'osservatore imparziale come un evidente marchio di garanzia di autenticità.

Il Corano è una predicazione che fu fatta conoscere all'uomo nel corso di una Rivelazione che durò all'incirca vent'anni. Si estese attraverso due periodi di uguale lunghezza, prima e dopo l'Egira. Tenendo presente questo, era naturale per effettuare delle riflessioni avere un aspetto scientifico da diffondere lungo tutto il Libro. Nel caso di uno studio come quello che abbiamo compiuto, abbiamo dovuto raggrupparle secondo l'argomento, scegliendole surah per surah.

A mio parere, il primo argomento da trattare è la Creazione. Qui è possibile confrontare i versi che si riferiscono a tale soggetto con le idee generali prevalenti oggi sulla formazione dell'Universo. Ho quindi suddiviso i versetti sotto questi titoli generali: Astronomia, Terra, Regni Animale e Vegetale, l'Uomo e la Riproduzione Umana in particolare; quest'ultimo è un argomento a cui, nel Corano, è riservato un posto molto importante. A questi titoli è possibile aggiungere sotto-sezioni.

Inoltre, ho ritenuto utile comparare la narrazione Coranica con quella Biblica dal punto di vista della conoscenza moderna. Ciò è stato fatto in alcuni casi, quali l'argomento della Creazione, quello del Diluvio e dell'Esodo.



LA CREAZIONE DELL'UNIVERSO

Iniziamo con l'esaminare la Creazione come descritta nel Corano.

Emerge un'idea generale molto importante: la sua dissomiglianza dalla narrazione Biblica. Quest' idea contraddice i parallelismi che sono spesso, ed erroneamente, creati dagli autori Occidentali per sottolineare solamente le rassomiglianze tra i due testi.

Quando si parla della Creazione, come per altri argomenti, c'è una forte tendenza nell'Ovest ad asserire che Maometto semplicemente copiò le linee generali della Bibbia. In verità è possibile paragonare i sei giorni della Creazione come descritti nella Bibbia, più un giorno

extra di riposo nel sabbath di Dio, con questo verso dalla surah Al A'raf (7:54): "Il tuo Signore è Allah Che creò i Cieli e la Terra in sei giorni."

Dobbiamo specificare subito che i commentatori moderni sottolineano che l'interpretazione di ayyam, una delle cui traduzioni è 'giorni', sta a significare 'lunghi periodi' o 'erÈ piuttosto che periodi di ventiquattro ore.

Quel che mi pare di fondamentale importanza è che, in contrasto con la narrazione contenuta nella Bibbia, il Corano non descrive una sequenza per la Creazione della Terra e dei Cieli... Fa riferimento sia ai Cieli prima della Terra che alla Terra prima dei Cieli, quando parla della Creazione in generale, come in questo verso della surah Taha (20:4):"Una rivelazione da Colui Che creò la Terra ed i Cieli".

Di fatto, quella che deriva dal Corano è una nozione di non-concomitanza nelle evoluzioni celestiali e terrestri. Ci sono anche dati assolutamente fondamentali che concernono l'esistenza di un'iniziale massa gassosa (dukhan) che è unica ed i cui elementi, sebbene da principio fusi insieme (ratq), successivamente divennero separati (fatq). Questa nozione è espressa nella surah Fussilat (41:11)"E Dio si volse al Cielo quando era fumo".

E la stessa cosa è espressa nella surah Al Anbiya' (21:30):"Non vedono gli infedeli che i Cieli e la Terra erano uniti insieme, poi Noi li separammo?"

Il processo di separazione ebbe come risultato la formazione di molteplici mondi, una nozione che compare dozzine di volte nel Corano, una delle quali forma il primo verso nella surah Al Fatiha (1:1):"Lode ad Allah, Signore degli Universi".

Tutto ciò è in perfetto accordo con le moderne concezioni sull'esistenza di una nebulosa primaria e del processo di secondaria separazione degli elementi che avevano formato l'iniziale massa unica. Questa separazione ebbe come risultato la formazione delle galassie e poi, quando queste si divisero, di stelle da cui nacquero i pianeti.

Nel Corano si fa anche riferimento ad una Creazione intermedia tra i Cieli e la Terra, come nella surah Al Furqan (25:59):"Dio è l'Uno Che creò i Cieli e la Terra e tutto ciò che c'è tra di essi".

Sembrerebbe che questa Creazione intermediaria corrisponda alla moderna scoperta di ponti di materia che sono presenti fuori dal sistema astronomico organizzato.

Quest'indagine certamente ci mostra come i moderni dati e le affermazioni del Corano concordano in un largo numero di punti.

Siamo molto lontani dal testo Biblico con le sue fasi successive che sono totalmente inaccettabili; specialmente quella che colloca la Creazione della Terra (il terzo giorno) prima di quella dei Cieli (il quarto giorno), quando è un fatto risaputo che il nostro pianeta deriva dalla sua propria stella, il Sole. In tali circostanze, come possiamo immaginare che un uomo che abbia tratto ispirazione dalla Bibbia potrebbe essere stato l'autore del Corano, e, secondo il proprio giudizio, abbia corretto il testo Biblico per arrivare ad un generale concetto concernente la formazione dell'Universo, quando questo concetto non si sarebbe formato se non secoli dopo la sua morte?



ASTRONOMIA - LUCE E MOVIMENTO

Prendiamo ora in esame l'Astronomia.

Quando descrivo i dettagli che il Corano contiene a proposito di certi punti dell'astronomia agli Occidentali, è inusuale per qualcuno non replicare che non c'è nulla di speciale in questo, considerando che gli Arabi fecero importanti scoperte in questo campo molto prima degli Europei.

Questa è, infatti, un'idea curiosamente erronea risultante da un'ignoranza della storia... In primo luogo la scienza è stata sviluppata nei paesi Arabi in un periodo considerabilmente posteriore alla Rivelazione Coranica; in secondo luogo la conoscenza scientifica prevalente all'apogeo della civiltà Islamica non avrebbe reso possibile ad un essere umano l'aver scritto affermazioni sui Cieli paragonabili a quelle del Corano.

Una volta di più, l'argomento è così esteso che posso solo trattarlo a larghi tratti.

Mentre la Bibbia parla del Sole e della Luna come di due corpi luminosi che differiscono nelle dimensioni, il Corano fa distinzione tra i due con l'uso di diversi epiteti: luce (nur) per la Luna, torcia (siraj) per il Sole. Il primo è un corpo inerte che riflette luce, il secondo una formazione celeste in uno stato di permanente combustione, ed una fonte di luce e di calore.

La parola 'stella' (najm) è accompagnata da un'altra parola qualificante che indica che essa brucia e si auto-consuma quando penetra attraverso le ombre della notte: è la parola thakib.

Nel Corano, il kawkab sembra sicuramente indicare i pianeti, che sono formazioni celesti che riflettono e non producono luce come il Sole.

Oggi è noto come l'organizzazione celeste sia equilibrata dalla posizione delle stelle in un'orbita definita e dall'interazione delle forze gravitazionali in relazione alla loro massa e velocità di movimento, ognuna con il suo proprio moto. Ma questo non è altro che ciò che il Corano descrive, in termini che divengono comprensibili ai nostri giorni, quando menziona la fondazione di questo equilibrio nella surah Al Anbiya' (21:33):"[Dio è] l'Uno Che creò la notte, il giorno, il Sole e la Luna. Ognuna sta viaggiando in un'orbita con il suo proprio moto".

La parola Araba che esprime questo movimento è un verbo: sabaha (yasbahun nel testo); essa implica l'idea di un moto proveniente da ogni corpo vivente, sia esso il movimento delle gambe di qualcuno che corre sul terreno o l'azione del nuotare nell'acqua. Nel caso di un corpo celeste, si è obbligati a tradurlo nel significato originale, che è 'viaggiare con un moto proprio'.

La descrizione della sequenza della notte e del giorno sarebbe, di per se stessa, un luogo comune, se non fosse per il fatto che, nel Corano, essa viene espressa in termini che oggi sono altamente significativi. Questo perchè usa il verbo kawwara nella surah Al Zumar (39:5) per descrivere il modo in cui la notte 'si attorciglia' o 'si avvolgE attorno al d ed il di attorno alla notte, proprio come, nel significato originale del verbo, un turbante viene avvolto attorno alla testa. Questo è un paragone totalmente valido; eppure, al tempo in cui il Corano fu rivelato, i dati necessari per ricavarlo erano sconosciuti.



Frere Nadhir
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